Roxy è arrivato, l'aria sbarazzina di un gatto che sa di potersi sentire a proprio agio eppure non si lascia andare a confidenze eccessive. Cerca di capire bene quale sia il suo territorio e studia un po' i suoi amici umani.
Si capisce che sente la mancanza della mamma e dei fratellini, non si comporta pienamente da gatto, fa le cose che l'istinto gli suggerisce ma è evidente che gli insegnamenti di una mamma gatta o l'apprendimento attraverso il gioco con i suoi fratellini non sono qualcosa che possiamo impartirgli noi.
Cerchiamo di stimolare la sua parte istintuale prima muovendo la sabbietta per fargli capire che è proprio lì che dovrà fare i suoi bisognini, per un giorno e una notte intera si trattiene pur di non sporcare. Noi, preoccupatissimi, prima gli mettiamo della terra, sembra che funzioni, poi lo portiamo a fare un giro nella natura: forse è abituato alla terra?
Chiediamo consiglio anche ai simpatici ragazzi del negozio di articoli per animali dove ci riforniamo di oggetti e cibi, ci danno dei suggerimenti, ma niente di più.
Decidiamo quindi che essendo un gatto, avrà certamente voglia di un bel prato.
Non avendo prati sotto mano, lo avvoltoliamo, lo abbraccio e lo portiamo nel nostro piccolo orticello.
Lo poggiamo sul prato e Roxy lì, immobile.
Una foglia più alta di lui si agita lievemente per un leggero refolo di vento e lui la scruta con terrore.
Mi guarda implorante, si mette in piedi sulle zampe posteriori allungando verso di me quelle anteriori.
Decisamente non siamo riusciti a stimolare i suoi istinti felini: la tigre in miniatura preferisce il morbido tepore del divano di casa al fogliame di Madre Natura.
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