giovedì 7 novembre 2013

Riccardo cuor di leone

Ci sembra ormai inevitabile fargli avere dei contatti con degli esseri della sua specie: un gatto così piccolo ha bisogno di alcuni insegnamenti da parte dei suoi simili, non può imparare tutto da solo e noi non possiamo insegnargli le cose da gatto. 

Ho la soluzione: lo porto a casa dei Miei dove le mie gatte sono ormai state adottate 'spintaneamente' da mio padre. 

Una di loro è più socievole e potrebbe avere un istinto materno nei confronti di un cuccioletto e un'altra è molto protettiva e ha già allevato dei figli non suoi, nello specifico suo fratello e sua sorella. 

Appena scendiamo incontriamo la gatta dei vicini: è curiosa e le mettiamo di fronte Roxy, lei lo guarda e gli soffia con cattiveria, io agguanto il piccolo, lo poso al sicuro tra le mie braccia e lei se ne va stizzita verso il nostro orto. 

Cominciamo bene! 

Lo carico in macchina, quando arrivo trovo la gatta che ha già accudito figli non suoi.

 'Sei fortunato', gli dico. 

Dopo un piccolo giretto in cucina lo facciamo uscire da una porta-finestra. 

C'è anche la gatta socievole e appena lui la vede...fa un fugone salendo di corsa sul primo albero che gli capita a tiro. 

Cerco, tra le risate generali, di tirarlo giù rassicurandolo, lo abbraccio e sento il suo cuore che batte veloce, lo adagio sul terreno e lo metto di fronte alla gatta che aveva causato una reazione tanto impulsiva. 

Lei lo guarda, lo annusa e gli soffia con tutta l'aggessività possibile. 

Agguanto Roxy e lo faccio riaccoccolare tra le mie braccia, lo rimetto a terra, davanti alla gatta con lo spiccato senso materno. 

Lei lo guarda, si gratta la testa e se ne va offesa. 

Caro Roxy finora il tuo rapporto con le gatte non è stato molto incoraggiante ma crescerai e poi saranno loro a cercare la tua compagnia!

Per il momento, comunque, ti sei guadagnato l'appellativo di 'Riccardo cuor di leone'...

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