giovedì 29 ottobre 2015

Gatti terribili

I gatti sono terribili, ti si avvicinano in un giorno qualunque, ti guardano, ti spiegano che loro non ti chiederanno mai niente, sarai tu che vorrai occuparti di loro, sarai tu che non potrai fare a meno della loro illuminante presenza. 

Hanno il colore dell'autunno o di paesaggi lontani, le movenze felpate di attenti predatori, sanno comunicare con la semplice vibrazione di una vibrissa e poi, eccoti a preoccuparti per loro, a cercarli se non tornano, ad occuparti di dar loro da mangiare e da bere, un rifugio, qualcosa che li protegga.

Stanno lì, coi loro occhi che sembrano scrutarti l'animo e tu non ce la fai a dire 'non mi importa, non me ne occupo, loro sanno cavarsela benissimo da soli'. 

Alcuni ti fanno preoccupare più di altri perché hai sempre la sensazione che non sappiano cavarsela troppo bene da soli e quando non tornano stai lì e pensi che avresti potuto forse far qualcosa che non hai fatto, di altri ti fidi di più, sai che torneranno presto. 

Roxy è uno di quei gatti che non ti fanno perdere la speranza ma chissà dov'è adesso? e chissà se riuscirà a liberarsi e tornare?

venerdì 4 settembre 2015

Eppur continuiamo a sperare che torni

Da troppi giorni Roxy non si vede, siamo preoccupati e la sensazione di un brutto scherzo di Carnevale ci angoscia.

Ci eravamo abituati alla sua presenza e anche alle sue assenze quando, ormai grande, aveva iniziato ad uscire per cercare la compagnia di altri gatti e di qualche gattina.

Cresciuto in lunghezza e ormai insofferente alle nostre abitudini umane si era organizzato una sua vita autonoma, tornando da noi all'occorrenza, a volte anche dopo qualche giorno. 

Lo abbiamo cercato, invano, in tutti i luoghi in cui pensavamo di poterlo trovare, abbiamo continuato a cercarlo anche quando tutti quanti ci dicevano di lasciar perdere.

La sensazione, o forse la speranza, è che non gli sia accaduto niente di male e che stia bene in compagnia di amici e amiche felini.

In cuor nostro speriamo sempre di rivederlo, un giorno o l'altro, spuntare verso la porta di casa a miagolare per chiederci cibo e coccole.

giovedì 7 novembre 2013

Riccardo cuor di leone

Ci sembra ormai inevitabile fargli avere dei contatti con degli esseri della sua specie: un gatto così piccolo ha bisogno di alcuni insegnamenti da parte dei suoi simili, non può imparare tutto da solo e noi non possiamo insegnargli le cose da gatto. 

Ho la soluzione: lo porto a casa dei Miei dove le mie gatte sono ormai state adottate 'spintaneamente' da mio padre. 

Una di loro è più socievole e potrebbe avere un istinto materno nei confronti di un cuccioletto e un'altra è molto protettiva e ha già allevato dei figli non suoi, nello specifico suo fratello e sua sorella. 

Appena scendiamo incontriamo la gatta dei vicini: è curiosa e le mettiamo di fronte Roxy, lei lo guarda e gli soffia con cattiveria, io agguanto il piccolo, lo poso al sicuro tra le mie braccia e lei se ne va stizzita verso il nostro orto. 

Cominciamo bene! 

Lo carico in macchina, quando arrivo trovo la gatta che ha già accudito figli non suoi.

 'Sei fortunato', gli dico. 

Dopo un piccolo giretto in cucina lo facciamo uscire da una porta-finestra. 

C'è anche la gatta socievole e appena lui la vede...fa un fugone salendo di corsa sul primo albero che gli capita a tiro. 

Cerco, tra le risate generali, di tirarlo giù rassicurandolo, lo abbraccio e sento il suo cuore che batte veloce, lo adagio sul terreno e lo metto di fronte alla gatta che aveva causato una reazione tanto impulsiva. 

Lei lo guarda, lo annusa e gli soffia con tutta l'aggessività possibile. 

Agguanto Roxy e lo faccio riaccoccolare tra le mie braccia, lo rimetto a terra, davanti alla gatta con lo spiccato senso materno. 

Lei lo guarda, si gratta la testa e se ne va offesa. 

Caro Roxy finora il tuo rapporto con le gatte non è stato molto incoraggiante ma crescerai e poi saranno loro a cercare la tua compagnia!

Per il momento, comunque, ti sei guadagnato l'appellativo di 'Riccardo cuor di leone'...

mercoledì 6 novembre 2013

Una gita al parco

Superato lo shock per la foglia più grande di lui, decidiamo di portare Roxy al parco. 

Non lontano da qui c'è una riserva naturale dove le persone amano andare a camminare o a correre. 

A volte portano cani con sé ma non dovrebbero esserci problemi. 

Visto e considerato che è molto piccolo, abbiamo acquistato un guinzaglietto con la pettorina per portarlo in giro. Provo a farglielo indossare e non ci sono problemi di sorta, buon segno. 

Lo carico in macchina e lo porto al parco. 

Appena scendiamo dall'auto si infila di gran carriera sotto l'abitacolo, per fortuna ho il guinzaglio e riesco a tirarlo fuori. 

Lo prendo in braccio e cerco di tranquillizzarlo. 

Si placa. 

Appena arrivo in un posto abbastanza sicuro lo faccio scendere a terra. 

Mi guarda, si guarda in giro e mi guarda di nuovo. 

Lo esorto ad esplorare il luogo e lui muove qualche timido passo, poi si ferma e mi fissa. 

Lo riprendo in braccio, qualche altro metro e poi lo rimetto in terra, nuovamente si muove con circospezione, gironzola, si ferma e mi fissa. 

Continuiamo questa tiritera per una ventina di minuti, poi decido che è ora di riportarlo a casa. 

Anche questa esperienza di contatto con la natura non è andata molto bene....

lunedì 4 novembre 2013

Roxy e la foglia

Roxy è arrivato, l'aria sbarazzina di un gatto che sa di potersi sentire a proprio agio eppure non si lascia andare a confidenze eccessive. Cerca di capire bene quale sia il suo territorio e studia un po' i suoi amici umani. 

Si capisce che sente la mancanza della mamma e dei fratellini, non si comporta pienamente da gatto, fa le cose che l'istinto gli suggerisce ma è evidente che gli insegnamenti di una mamma gatta o l'apprendimento attraverso il gioco con i suoi fratellini non sono qualcosa che possiamo impartirgli noi. 

Cerchiamo di stimolare la sua parte istintuale prima muovendo la sabbietta per fargli capire che è proprio lì che dovrà fare i suoi bisognini, per un giorno e una notte intera si trattiene pur di non sporcare. Noi, preoccupatissimi, prima gli mettiamo della terra, sembra che funzioni, poi lo portiamo a fare un giro nella natura: forse è abituato alla terra?

Chiediamo consiglio anche ai simpatici ragazzi del negozio di articoli per animali dove ci riforniamo di oggetti e cibi, ci danno dei suggerimenti, ma niente di più.

Decidiamo quindi che essendo un gatto, avrà certamente voglia di un bel prato.

Non avendo prati sotto mano, lo avvoltoliamo, lo abbraccio e lo portiamo nel nostro piccolo orticello. 

Lo poggiamo sul prato e Roxy lì, immobile. 

Una foglia più alta di lui si agita lievemente per un leggero refolo di vento e lui la scruta con terrore. 

Mi guarda implorante, si mette in piedi sulle zampe posteriori allungando verso di me quelle anteriori. 

Decisamente non siamo riusciti a stimolare i suoi istinti felini: la tigre in miniatura preferisce il morbido tepore del divano di casa al fogliame di Madre Natura.

domenica 3 novembre 2013

Arrivo a Mentana

Dopo un intenso weekend lungo trascorso a prendere il sole in costume nel sole novembrino, facendo il bagno nelle calde acque delle piscine termali Vescine a Suio per poi camminare nell'Anfiteatro Linceo tra i colori autunnali dei Monti Lucretili, domenica decidiamo di andare nella locale piscina coperta.

Tanto per non smentirmi, mi viene un'idea, ricordando un suggerimento di Pa': fare un salto alla fiera mensile di Osteria Nuova. 'Me ne hanno tanto parlato', dico convincendo Claudio ad alzarsi dal letto, fare colazione, vestirsi e prepararsi per uscire. 

Saliamo in macchina dopo aver riempito il borsone con i costumi e gli asciugamani che 'tanto stiamo lì non più di un'oretta e poi andiamo a nuotare' e ci avviamo verso la fiera, che si presenta all'inizio più come un mercato che come una vera e propria fiera. 

C'è tanta gente e sul ciglio della strada si vedono privati che cercano di piazzare animali di cucciolate numerose, prevalentemente cagnolini. 

Sui banchi la solita mercanzia dei venditori ambulanti e qualche particolarità, cesti di vimini dalle forme inusuali, cappelli, pentole di rame, alluminio e pietra vulcanica, attrezzature agricole, tendaggi e oggetti vari. 

Ci fermiamo a comprare delle pentole e delle padelle da una simpatica coppia che si offre di tenerci il pacco fino a che avremo deciso di tornare, di fronte al loro un banco dove acquistiamo una buona parte dei regali natalizi. Proseguiamo il giro, acquistiamo altri regali e stiamo per riprendere la via di casa quando il mio sguardo viene attirato da scarpe tra trekking e da lavoro. 

Claudio intercetta la traiettoria e spera in cuor suo che io non veda ciò che si muove delicatamente sopra tutte le scatole: un batuffolo di pelo rosso con dolcissimi occhi color acquamarina. 

Il mio viso inizia ad illuminarsi in un sorriso di tenerezza, il batuffolo inclina leggermente la testa, senza neanche pensarci un minuto i commercianti, abituati a capire il momento di debolezza del cliente, lo spostano sul mio petto. Il batuffolo ci si adagia comodamente e mi fa le fusa. 

Claudio tenta di porre delle condizioni a quello che è ormai un atto evidentemente irreversibile e indiscutibile. 

Sposto per un attimo gli occhi verso gli abili venditori che senza neanche profferir parola avevano già iniziato a preparare una scatola dove farlo viaggiare comodo. 'Cerca casa', mi dicono. 

Per pura formalità chiedo conferma 'è maschio?', ovviamente lo è e altrettanto ovviamente non andremo in piscina quella mattina. 

'Preferisci la scatola grande o quella piccola?', non saprei, non ho alcuna intenzione di allontanarlo dal mio abbraccio. 

Mi spiegano che loro ne hanno già 13 e l'unica cosa che importa è che vada in una casa di persone che sappiano amarlo veramente, è lampante che siamo noi quelle persone. 

Attraversiamo il mercato, Claudio, carico di buste, cerca invano di parlarmi in modo razionale di questioni pratiche fino a che non si scioglie nel contatto col cucciolo, io immersa nel mio idillio felino. Finalmente un gatto rosso! 

Da quando abbiamo iniziato a vivere insieme ho potuto vedere le mie gatte soltanto quando vado dai Miei e io senza gatti, non so, sembra che la vita non sia completa, che manchi qualcosa. 

Nel banco delle pentole e delle padelle la coppia si intenerisce davanti al micio e ci aiutano ad avvoltolarlo nella carta assorbente da cucina. 

Lo trasportiamo tra gli sguardi curiosi delle persone verso la macchina, sempre tenendolo in braccio, ascolta la musica con piacere e durante il tragitto mettiamo un disco Nina Simone a volume non troppo alto mentre cerchiamo di capire che nome abbia il gattino. 

Lui è tranquillissimo e si fa coccolare. Arriva a Mentana il 3 novembre, giorno della storica battaglia per la quale il nostro comune compare nei libri di storia, se il nome sarà Roxy, il cognome non può che essere Garibaldi!